Malattie Rare. From presenta due nuovi progetti di ricerca sulla sindrome di Angelman

L’importanza della ricerca, soprattutto per le malattie rare, l'importanza di From-Fondazione per la ricerca dell'Ospedale di Bergamo, e delle associazioni che possono contribuire a farla crescere, come è testimoniato proprio dai progetti realizzati da From e Associazione Angelman.
È il messaggio emerso martedì 15 ottobre 2019 all'Ospedale di Bergamo nel corso della conferenza “Da Bergamo a Rotterdam e ritorno. Un'esperienza scientifica supportata dalla fondazione From”, organizzata dalla stessa formazione nell'ambito del festival BergamoScienza.

La conferenza ha illustrato i progetti che From ha realizzato sulla sindrome di Angelman, con il sostegno economico dell'Associazione Angelman: il Registro Italiano Angelman e la borsa di studio della dottoressa Monica Sonzogni all'Erasmus Medical Center di Rotterdam, conclusasi dopo quattro anni nel mese di giugno.

Sono stati presentati inoltre due nuovi progetti From sulla sindrome di Angelman: uno studio osservazionale sul sonno destinato ai malati iscritti al Registro Italiano Angelman, in fase di pianificazione da parte di From e Ospedale di Bergamo; e una seconda borsa di studio per una ricercatrice di Catania, Claudia Milazzo, che studierà sempre all'Erasmus MC di Rotterdam, realizzata da From con il finanziamento dell'Associazione Angelman.

Nel corso della conferenza è stato anche spiegato l'iter di sperimentazione dei farmaci e l'importante attività dell’Unità di Fase 1 dell’Ospedale Papa Giovanni che testa i farmaci per la prima volta sui pazienti.

Una platea visibilmente interessata di famiglie, medici, terapisti e ricercatori ha seguito con partecipazione gli interventi che si sono susseguiti al tavolo per un'ora e mezza fitta di contenuti.

"È un'intuizione positiva fare una conferenza su una malattia rara, perché sulle malattie rare la ricerca è un po' latitante” ha esordito in apertura dei lavori il professor Tiziano Barbui, direttore scientifico di From. 
"La ricerca sulle malattie rare è comunque molto avanzata - ha rilevato Francesco Biroli, neurochirurgo, responsabile dell'area neuroscienze di From - ne è una prova la recentissima esperienza di una piccola paziente che ha avuto la possibilità di avere una cura studiata su misura per lei (il farmaco si chiama Milasen, dal nome della bambina, Mila, ed è il primo farmaco creato per un solo bambino).

 

GLI STUDI DELLA RICERCATRICE FROM MONICA SONZOGNI ALL'ERASMUS MEDICAL CENTER DI ROTTERDAM

La ricercatrice From Monica Sonzogni, 29 anni, biologa di Sedrina (Bg), ha illustrato, davanti a una platea molto interessata, i risultati della ricerca che ha svolto sulla sindrome di Angelman all'Erasmus Medical Center di Rotterdam negli ultimi quattro anni, grazie a una borsa di studio realizzata da From e finanziata dall'Associazione Angelman.

Dopo aver delineato le caratteristiche della sindrome e la sua incidenza (disabilità motorie e cognitive, assenza di linguaggio, epilessia, disturbi del sonno, problemi comportamentali che ricadono nello spettro autistico; incidenza di 1 caso su 20mila circa), la dottoressa Sonzogni ha presentato la sua attività di ricerca biologica e preclinica che si è focalizzata sui meccanismi alla base dell’insorgenza delle malattie del neurosviluppo, in particolare della sindrome di Angelman, in vista di un possibile inquadramento terapeutico di questa malattia.

I suoi studi hanno indagato in particolare la finestra terapeutica più efficace e la durata della terapia e hanno portato a scoperte importanti e a tre pubblicazioni scientifiche che la vedono come prima autrice.

“Tra i risultati importanti che abbiamo ottenuto – ha detto - abbiamo dimostrato che bisogna agire sulla malattia il prima possibile per recuperare le capacità motorie e abbiamo definito il numero minimo di modelli animali necessario per testare nuovi farmaci, in modo da evitare eventi casuali e falsi positivi, come è successo con Levodopa e Minociclina, che sembravano produrre effetti favorevoli e invece nei test di laboratorio che abbiamo condotto si sono dimostrati inefficaci”.

“In un periodo in cui c'è il problema delle opportunità di lavoro e di studio per i giovani – ha commentato Francesco Biroli - la sua esperienza della dottoressa Sonzogni dimostra che ci sono delle opportunità e che vanno colte”.

(Per maggiori informazioni sugli studi della dottoressa Sonzogni rimandiamo alle sintesi delle sue pubblicazioni in allegato)

 

DALLA RICERCA PRECLINICA AL FARMACO. COSA SONO LE SPERIMENTAZIONI DI FASE I E GLI STUDI IN CORSO ALL'OSPEDALE PAPA GIOVANNI DI BERGAMO

Antonello Gavazzi, coordinatore del team di ricerca di From e direttore medico dell'Unità di Fase I dell'Ospedale di Bergamo ha spiegato come avviene la sperimentazione dei farmaci, in particolare gli studi di fase I: “la Fase 1 è la fase di sperimentazione in cui un nuovo farmaco viene somministrato per la prima volta nell’uomo per capire se è sicuro, come si distribuisce nell'organismo del paziente e come l'organismo reagisce al farmaco". "Le fasi di sperimentazione clinica sono quattro e durano in media 15 anni, con molte esperienze fallite che spesso demoralizzano le grandissime attese dei pazienti".

L'Aifa (Azienda italiana del farmaco) nel 2015 ha dato norme molto precise alle strutture per le sperimentazioni cliniche di fase I e nel 2016 l'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha ottenuto l'autorizzazione a fare questo tipo di studi clinici.“

“Essere sede autorizzata a studi clinici di fase I significa avere un elevato livello di qualità, con ricadute favorevoli anche a livello assitenziale - ha detto Gavazzi –. Al Papa Giovanni la costituzione di Unità di fase I è stata resa possibile attraverso una stretta collaborazione tra le diverse professionalità esistenti in ospedale a livello clinico e assistenziale e quelle esistenti in From a livello di management e controllo qualità. Oggi all’Ospedale di Bergamo sono in corso oltre 23 studi clinici di fase I, prevalentemente in Ematologia e Oncologia, ma anche in Nefrologia, Gastroenterologia e Pediatria".

Gavazzi ha illustrato anche come nascono le sperimentazioni e qual è il complesso iter previsto. “In genere le risorse pubbliche finanziano le ricerche che producono grandi risultati nel campo medico, mentre le ricerche sui principi attivi terapeutici, cioè i farmaci, sono in genere finanziate dalle aziende private. La sperimentazione clinica deve rispondere ad alcuni principi fondamentali: la domanda alla base dello studio deve essere rilevante ed esplorare nuove potenzialità; deve generare curiosità, rispondere a un principio di eticità e non creare problemi ai pazienti; infine deve essere fattibile. Idealmente il risultato della ricerca dovrebbe produrre benefici per il malato, per il medico e per il sistema sanitario. Va sottolineato come la ricerca clinica può ridurre i costi del sistema sanitario, ad esempio riducendo l'ospedalizzazione, che attualmente è una delle principali fonti di spesa”.

“I farmaci – ha proseguito Gavazzi – vengono sperimentati su gruppi di pazienti omogenei, il più possibile simili tra di loro, ma questo contrasta molto con la realtà clinica, perchè ogni paziente è diverso. Questo ha dato origine alla medicina di precisione, che mira a creare per un determinato paziente il farmaco giusto al momento giusto, come è avvenuto recentemente con il farmaco Milasen, e a un nuovo approccio di ricerca e di cura che mette al centro il paziente, come è avvenuto nel progetto del Registro Italiano Angelman dove sono i malati, in questo caso i genitori e care giver, a dare tutte le informazioni cliniche”.

 

QUANDO IL MALATO È AL CENTRO DELLA RICERCA. IL REGISTRO ITALIANO ANGELMAN

Nel 2018 From, con il finanziamento dell'Associazione Angelman, ha creato il 'Registro Italiano Angelman', un progetto innovativo che raccoglie i dati demografici e clinici dei malati italiani con la sindrome di Angelman grazie al contributo attivo e diretto dei familiari dei pazienti.

Spiega il project manager Pier Luigi Carriero"La maggior parte delle malattie rare, tra cui la sindrome di Angelman, oggi non ha una cura. I registri ci permettono di conoscere bene la storia naturale dei pazienti e servono per accelerare la ricerca di nuove terapie. Come ha detto bene Francesca Pasinelli, direttrice generale di Telethon, avere un registro è importante per avere un set di pazienti disponibili per la sperimentazione clinica di interventi innovativi".

"Il Registro Italiano Angelman – chiarisce Carriero - raccoglie in maniera sistematica dati e informazioni che sono utilissime non solo per la sperimentazione di nuovi farmaci, ma anche per capire le caratteristiche della sindrome e la sua evoluzione . Ad esempio abbiamo verificato che in questa sindrome occhi e capelli chiari sono abbinati a un genotipo che che è responsabile di un determinato corso della malattia”.

Carriero ha spiegato anche perché perché si è deciso di creare un registro alimentato dai pazienti/care giver e non dai medici: "I malati Angelman presentano diverse problematiche di salute che richiedono la cura di più specialisti, epilettologo, ortopedico, oculista, gastroenterologo, in particolare. Data la complessità del quadro clinico e l’impossibilità di identificare un solo medico di riferimento, si è deciso di coinvolgere dalla base le famiglie e i care giver in modo da avere un quadro completo del malato in tutte le sue problematiche, come fa anche il Registro della sindrome di Duchenne".

"Tutto è stato condotto nel rispetto della privacy e il Registro è stato notificato al Comitato Etico dell'Ospedale Papa Giovanni di Bergamo che ha espresso parere favorevole. Le informazioni sono registrate e conservate in modo rigoroso e sono validate dal team di ricerca di From sulla base di una attenta verifica deidocumenti che richiediamo e che attestano la verità di quanto dichiarato, a partire dalle carte d'identità del genitore e del figlio e dai referti medici. Il controllo è il valore scientifico del Registro, la validazione in ricerca clinica è fondamentale".

LA COLLABORAZIONE TRA FROM E ASSOCIAZIONE ANGELMAN 

"Valorizzare giovani ricercatori italiani è una grande opportunità per la ricerca sulla sindrome di Angelman ma anche per la nostra comunità scientifica che vede crescere brillanti scienziati sempre meglio introdotti nei laboratori europei di alto livello - dice Luca Patelli, presidente dell'Associazione Angelman -. La disponibilità e il supporto scientifico di From sono stati fondamentali per impiegare al meglio i fondi raccolti dalla nostra associazione e le donazioni dei nostri benefattori. I risultati raggiunti sono di importanza inestimabile e ci ricompensano del lavoro di questi anni". 

I NUOVI PROGETTI SULLA SINDROME ANGELMAN

Nel corso della conferenza a Bergamo Scienza, From ha presentato due nuove iniziative di ricerca sull'Angelman.

La prima prende il via in questi giorni e prevede il finanziamento da parte dell'Associazione Angelman di una seconda borsa di studio per una giovane ricercatrice, Claudia Milazzo, 23 anni di Catania che proseguirà idealmente all’Erasmus Medical Center di Rotterdam - con la supervisione di FROM - il lavoro di Monica Sonzogni, da poco tornata in Italia.

Il secondo progetto che la Fondazione sta studiando con il Papa Giovanni riguarda uno studio osservazionale sul sonno, uno degli aspetti più impattanti nella quotidianità di questi malati e delle loro famiglie. Lo studio coinvolgerà i malati iscritti al Registro Italiano Angelman. 
«I bambini con la sindrome di Angelaman dormono poco e male, e per i genitori è angosciante immaginare di affrontare il problema per la vita — ha spiegato Camillo Foresti, responsabile dell’Unità di Neurofisiopatologia del Papa Giovanni—. Con una modalità relativamente semplice studieremo come e quanto dormono questi pazienti. L'obiettivo è avere parametri standardizzabili e registrabili». 

 

 

 


Materiale Informativo



Galleria Fotografica