Intelligenza artificiale e salute. Un rapporto sempre più stretto

“La ricerca clinica è in fase di profonda trasformazione. Robotica, intelligenza artificiale e realtà virtuale aggiungeranno nuovo valore e rilanceranno l'assistenza sanitaria. L'impatto è destinato ad essere epocale e di lungo periodo".
É quanto ha detto Carlo Nicora, direttore generale dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e presidente di From, intervenuto venerdì al Politecnico di Milano al simposio "Intelligenza artificiale e trial clinici, implicazioni per pazienti, ricercatori e istituzioni" (organizzato da Fondazione Smith Kline, in collaborazione con Alfa TI).

"Questi sistemi - ha spiegato - modificheranno l'interazione tra medico e paziente, cambiando in modo notevole il modo di lavorare di medici e infermieri e il loro rapporto con i pazienti. Il cambiamento è annunciato e si compirà inevitabilmente e in modo veloce, al di là della nostra volontà. O subiamo o cerchiamo di cavalcarlo, cercando di gestire con attenzione i problemi della privacy e dell'etica".

Le applicazioni delle tecnologie di intelligenza artificiale in sanità saranno sempre più frequenti, con vantaggi per tutti: medici, ricercatori e pazienti. Lo scenario non è lontano. Aziende tecnologiche e start up stanno investendo nello sviluppo di questi sistemi per l'assistenza sanitaria e la ricerca. È il caso di IBM con il suo sistema Watson che si è rivelato efficace anche in sanità. I benefici offerti da queste tecnologie sono molteplici: l'intelligenza artificiale può supportare le decisioni, ridurre gli errori, garantire un accesso ai dati più facile e veloce e ridurre i costi dei trial. Gli esperti che si sono alternati al tavolo hanno mostrato come algoritmi avanzati, sensori, app mobili ed elettronica medica possono, ad esempio, già migliorare la progettazione dei protocolli, velocizzare i tempi di reclutamento dei pazienti, garantire diagnosi cliniche più accurate e rapide, migliorare la prevenzione e la cura delle malattie, e persino monitorare il corretto impiego dei farmaci.

Secondo Maddalena Fratelli dell'Istituto Mario Negri la qualità dei dati migliora la qualità della ricerca e ci sono algoritmi sui quali si potrebbero creare farmaci nuovi.

Luca Patelli presidente dell'Associazione Angelman ha portato l'attenzione sul ruolo importante dei pazienti in questi processi. "Abbiamo finanziato il Registro italiano dei malati Angelman, alimentato direttamente dalle famiglie su una piattaforma digitale sicura, gestita da From. È un cloud di dati affidabili e completi. Il paziente è al centro di questo progetto; condividendo informazioni sulla propria salute avvia un processo che permette a istituzioni e medici di studiare la malattia che lo colpisce e di cercare una cura che lo possa guarire”.

 

Nella foto da sinistra, Pierluigi Carriero (project manager Registro Italiano Angelman), Luca Patelli (presidente Ass. Angelman), Carlo Nicora (direttore generale Ospedale Papa Giovanni XXIII e direttore From), Eleonora Sfreddo (direttore operativo From)



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