Sanità digitale, oggi i vantaggi sono più potenziali che reali

Si è chiuso ieri sera alla presenza di oltre 250 esperti il convegno "Le sfide dell'innovazione tecnologica nella sanità" promosso all'Auditorium Parenzan dell'Ospedale di Bergamo da From e Asst Papa Giovanni XXIII. Il convegno intendeva dare risposta a domande come "Quali sono le opportunità che l'innovazione tecnologica apre per medici, ricercatori e malati? E quali vincoli ed esigenze normative pone la sanità digitale?". Nel corso della giornata si sono alternati al tavolo 26 tra esperti qualificati e stakeholders coinvolti nella ricerca clinica: medici, ricercatori, bioingegneri, rappresentanti delle aziende farmaceutiche, accademici e pazienti hanno condiviso le proprie conoscenze confrontandosi sul tema della sanità digitale. Un tema di cui si parla tanto ma che - a sentire gli esperti intervenuti - appartiene per ora al campo delle possibilità, almeno nel nostro Paese. Lo scenario emerso non è dei più confortanti. L'applicazione delle tecnologie innovative in sanità non si è ancora attuata. Intelligenza artificiale, telemedicina, robotica aprono importanti opportunità per l'assistenza sanitaria e soprattutto per la ricerca clinica di nuove terapie, ma rimangono dei problemi concreti che vanno risolti: in primis, la mancanza di una regolamentazione europea in materia, un problema che hanno lamentato pressoché tutti gli esperti. Ciò che emerge dalla giornata è quindi la necessità di avere presto una normativa che governi la materia, "prima che questa diventi obsoleta" ha auspicato Eleonora Sfreddo direttore operativo From; e l'importanza di investire in studi che valutino in modo scientifico i benefici per i malati, per non creare profonde delusioni" come ha spiegato Enrico Cajaniprofessore associato del Dipartimento di Elettronica, informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano. 

Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell'Ospedale di Bergamo ha portato l'attenzione su quesiti etici e sulla questione privacy affermando che "L'innovazione deve consentire di raggiungere nuovi traguardi dove l'occhio e la mano umani non possono arrivare". 
Tiziano Barbui, direttore scientifico From ha evidenziato che "la ricerca deriva dall'osservazione dei pazienti e che è importante catturare i dati dei pazienti in modo che la mole eterogenea di informazioni possa portare a nuovi studi clinici, aumentando il bagaglio delle nostre conoscenze". 

Salvatore Majorana, direttore del Km Rosso, ha illustrato le potenzialità della robotica per la sanità, ad esempio le tecnologie protesiche, ortesiche e riabilitative per consentire a soggetti paraplegici di deambulare. ” Si tratta di un campo di sperimentazione che coinvolge tutti, pazienti, medici e terapisti – ha detto – e anche Bergamo, che ha una grande vocazione meccatronica, può essere una piattaforma  dove far convergere  in ambito medico gli applicativi dell’intelligenza artificiale». 

Luca Patelli, presidente dell'Associazione Angelman onlus, intervenuto in rappresentanza delle associazioni dei pazienti, ha sottolineato che i "malati vogliono due cose semplici: stare meglio e, se possibile guarire e ha invitato i pazienti ad essere parte attiva della ricerca e dell'innovazione condividendo con medici e ricercatori i dati che li riguardano, come avviene per il Registro Italiano Angelman realizzato da From all'Ospedale di Bergamo".

La sfida per la sanità digitale è aperta e vedrà sempre più lavorare insieme medici, scienziati, ingegneri e aziende. Non solo. Come ha spiegato Lorenzo Cottini coordinatore del Gruppo Clinical Trials AFI Associazione Farmaceutici Industria e presidente CRO High Research srl "è necessaria una partnership tra pubblico e privato, quindi tra aziende e strutture pubbliche di ricerca. Senza questa collaborazione non si può fare nulla". 
From ha accolto la sfida con questo convegno e con la nomina a suo presidente di Alberto Bombassei, nomina che sancisce una collaborazione strettissima tra sanità, ricerca e industria bergamasche.

 



Galleria Fotografica